05 – io credo – Un piccolo gesto

Ricordo bene il giorno in cui mi sono laureato.

Un po’ di emozione, l’alcool, i miei amici, l’alcool, qualche stuzzichino, l’alcool.. Brindisi e sorrisi di circostanza, l’alcool…

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Dicevo, brindisi e sorrisi di circostanza, quelli che tieni per i matrimoni in cui non conosci nessuno ma ci vai lo stesso perchè dici dai magari mi diverto. E poi non ti diverti mai.

C’era qualche professore che non vedevo da un po’ e adesso aveva molti meno capelli, 20 kg in più, ed era vestito come “Pinguino” in batman il ritorno. Beh a parte questo, era un giorno forse un pò istituzionale, ma come tanti altri.

Ecco.. in America non fanno così. per loro, i giorni di laurea sono degli eventi biblici, preparati da mesi, con budget pazzeschi e cerimonie da superbowl. Si laureano tutti corsi insieme, tutta l’università, non uno alla volta come da noi.

E qual’è l’evento clou delle lauree americane?

Il discorso della celebrità. L’ospite che sale sul pulpito e ammalia gli studenti con le sue massime.

Famoso è quello di Stanford di Steve Jobs, ma un pò di tempo fa mi sono imbattuto in un intervento che mi ha lasciato qualcosa, che uso sempre adesso e che mi ha fatto riflettere su un piccolo gesto. Che impatto può avere un piccolo gesto?

Sale in cattedra.
Cappello dei NavySeal e giacca bianca tempestata di medaglie che riflettono le luci del palco e quasi mi abbagliano.

Si chiama William McRaven, è un militare. Un uomo che ha guidato le Special Operations a qualunque livello, tra le menti che ha guidato la cattura di Bin Laden.

Mi piace come parla, è ironico ma risoluto. e se mi concentro mi sembra di immaginarmi il suo profumo: una colonia secca, che sa di pini – che mette sempre ed è intrisa nel cinturino di pelle del suo orologio.

Tra le cose che dice una mi sembra fuori dal coro. Ogni mattina – dice – il mio istruttore si presentava in camerata e come prima cosa ispezionava il mio letto. doveva essere perfetto

Sembrava ridicolo all’epoca. Aspiravamo ad essere veri combattenti, i migliori Navy Seal. Ma quel piccolo gesto è stato molto più difficile di quanto pensassi

Cosa c’entra fare il letto al mattino con le forze speciali?

“Fare il letto al mattino significa portare a casa il primo risultato tangibile della giornata. Significa dare un senso di compiutezza e ti aiuterà a concludere un altro compito, ed un altro ancora. Per la fine della giornata, quel piccolo task completato sarà diventato una serie di task completati. Fare il letto ci ricorda anche che le piccole cose contano”.

Non importa quanto sarà dura la nostra giornata, quanto complicata, disastrosa e imprevista.

possiamo sempre rifare il nostro letto al mattino.
E alla fine del giorno, torneremo sempre da qualcosa che abbiamo concluso. E bene.

Non è questione di trovare poesia in ciò che è un semplice letto rifatto, è che non ha senso controllare ciò che non possiamo controllare –  il cerchio delle preoccupazioni di cui ti ho parlato nella terza puntata.

Ora rifaccio sempre il letto, ogni mattina. è il primo minuto della mia giornata.


Ho scoperto essermi molto utile nei periodi di cambiamento, quelli un pò confusionati, in cui rimbalzo da un parte all’altra e arrivo a sera che mi sento in un enorme flipper.
Il letto è solo un esempio: funziona anche prepararmi il pranzo, riordinare la scrivania, mettere mano a quel cassetto di cianfrusaglie che uso quando devo buttare qualcosa li veloce e adesso c’è di tutto: un cavatappi, un carburatore e una multa del 95.

Da quando ho condiviso questa pratica con gli amici, continuano ad inviarmi le foto dei loro letti perfetti, e questa cosa mi fa davvero sorridere. Anche perchè mi ricorda la prima cosa che il generale McRaven dice nella sua intervista, e in cui credo tantissimo.

Cosa dice? Se ho mosso la tua curiosità, trovi il link del video qui.

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