11 – io credo – Finalmente avevo un piano (Parte 3/3)

Ero in uno Starbucks a Berlino.

Il sole tiepido di una domenica mattina filtrava dalle nuvole e si rifletteva nelle pozzanghere.

Aveva appena piovuto.

La crew era sparpagliata qua e là, scherzava rumorosa, erano tutti di buonumore.
Invece lui lo trovo da solo, in penombra, su un tavolino appartato.

La sera prima c’era stato un contest internazionale di breakdance e lui, quel contest, l’aveva vinto.

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Si, vorrei!

Dall’istante in cui era entrato nel cerchio, si era trasformato. Il suo infortunio, gli avversari, ridotti in cenere. Alla fine, era l’unico superstite: al centro, imperiale, mostrava i lividi come il suo premio più prezioso.

Devo chiedertelo – gli dissi.
Dove trovi quell’energia. Da dove ti arriva?

Solleva la testa di scatto, il suo sguardo incontra il mio e mi arriva come un’onda d’urto. I suoi occhi brillano nella penombra e li vedo ardere, sono cerchi incandescenti

Ballare è la mia vita, Fra. Questo voglio. Questo sono.

Torna nella penombra.

Come se fosse così normale, così scontato.
Come se fosse così per tutti.

Di ritorno da Berlino piansi. Andai nel bagno dell’aereo e piansi.

Perchè non amavo ballare come lo amava lui.
Perchè non amavo niente così tanto da trasformarmi.
Perchè non c’era niente così importante per me, da rendere inutile tutto il resto.

Finalmente avevo una risposta. Benvenuto, in – io credo –

Tutto ciò che vediamo, intorno a noi, è fatto di scambi.  Le relazioni, i rapporti di lavoro, le conversazioni. In poche parole, un mercato. Sai quali sono le due caratteristiche principali di un mercato? Domanda e offerta.

Si muove sempre tra questi due piatti, su una bilancia sempre in movimento, e ha un suo metodo particolare per dire cosa è più importante.

Offre un premio alle cose che sono Rare e di Valore.
Supponiamo che stessi cercando la mia strada, la mia passione, il lavoro che fa per me, che mi da autonomia, competenza e relazioni. Si tratta di caratteristiche rare e di valore, giusto? In pochi fortunati possono dire di avere un lavoro così.

Per eccellere, in quel mercato, devo dare qualcosa di raro e di valore in cambio.

Ossia? Cosa posso dare in cambio?
La somma delle mie esperienze, dei mie studi, del mio talento. In una parola, posso dare le mie capacità.

Quello che mi aveva sempre ostacolato era guardare le mie capacità da un unico punto di vista. Quale? Lascia che ti racconti…

Secondo Cal Newport, ci sono due tipi di mercati.

Uno è il winner take all: chi vince, prende tutto. Chi perde, perde tutto.

Si tratta di quei lavori in cui c’è una sola qualità disponibile, e tante persone che competono per ottenerla.

Se volessi diventare insegnante di ruolo all’università, sarò misurato principalmente sul numero di pubblicazioni che faccio. Per farlo, devo essere fottutamente capace in una cosa: pubblicare paper di ricerca.

Se suonassi il pianoforte e volessi entrare in una orchestra, sarei misurato dalle mie capacità musicali, esecuzione, tempo, orecchio, precisione – dimostrate in competizioni, audioni, esecuzioni dal vivo. Insomma, dovrei essere il migliore pianista. Punto.

Il mio errore è stato guardare sempre soltanto in questa direzione.

Considerare solo questa possibilità, quel raro intreccio di 4 domande: qual’è la cosa che amo fare, in cui sono bravo, di cui il mondo ha bisogno e che posso essere pagato per fare?

In tanti anni, non ho mai trovato nulla.

Ma c’è un secondo tipo di mercato, chiamiamolo auction market (diciamo ad asta) – molto meno strutturato: ci sono tanti tipi di qualità disponibili e ognuno di noi può generare una collezione unica di queste capacità.

Forse la collezione più nutrita di esempi è contenuta nel libro di Chris Guillebeau – The 100$ Startup ( la startup da 100$) – un elenco di persone forzate ad entrare in questo auction market a causa di perdita di lavoro o altre circostanze.

Vorrei prenderne uno più di tutti, perchè ti ho già parlato di lui: Scott Adams.

Scott è un autore di bestseller, cartonista, comico-disegnatore – se così possiamo definirlo.
è diventato famoso per la serie “Dilbert”, una serie di immagini comiche che trattano la vita di un nerd e del suo cagnolino.

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Beh, cosa dice Scott Adams?

Se tu vuoi una vita media, di successo, non c’è molto planning da fare.
Semplicemente stai fuori dai guai, vai a scuola e applica a lavori che ti potrebbero piacere.

Ma se vuoi qualcosa di straordinario, hai due strade.

  • Diventa il top in una cosa specifica
  • Diventa molto competente (diciamo nel 25%) in due o più ambiti

La prima strategia è difficile al punto da sfiorare l’impossibilità. Pochi giocatori saranno mai in Serie A, pochi musicisti produrranno un album di platino.
La seconda strategia è onestamente semplice. Ognuno ha almeno qualche ambito in cui può essere entro il 25% dei migliori con un pò di sforzo.Nel mio caso, posso disegnare meglio della maggior parte delle persone, ma sono difficilmente “un artista”. Non ho mai fatto corsi di scrittura ma– posso scrivere. Se ci fosse una festa a casa mia, non sarei il più divertente nella stanza.

Ma sono abbastanza divertente. Posso scrivere. Posso disegnare.

Se metti insieme queste tre cose, avrai Dilbert.

Quindi ho una serie di talenti mediocri, e solo la somma di esse mi rende di valore. E credo che chiunque possa seguire questa formula. Parti da competenze di comunicazione, aggiungi su quello e sarai sempre il capo, non l’impiegato.

——–

Scott consiglia sempre di diventare buoni public speakers, top 25%. 

Tutti possono farlo con un pò di pratica. E siamo a uno.
Adesso aggiungi qualunque cosa sia la tua passione: sarà una cosa in cui metterai facilmente energie per raggiungere il famoso 25%. Due.
Aggiungi una tua attitudine, che può essere riguardo al business, al relazionarsi con gli altri, sviluppare empatia, vendere, ecc.

Ecco, abbiamo un ottimo mix, raro e di valore da cui partire.

Ci ho messo un pò per capire, almeno un paio di anni per digerire l’incontro di Berlino.
Continuavo a cercare l’unica cosa che mi trasformava, l’unica cosa per cui sarei stato in grado di rinunciare a tutto il resto.

E ogni prova che facevo, era volta verso questo unica domanda: farei solo questo per tutta la vita?

In poche parole, visitavo solo i winner-take-all markets, ignorando una seconda, illuminante possibilità: posso avere un set di abilità solo mio, che mi rende unico e di valore. Posso sfruttare i miei viaggi, le mie passioni, il mio lavoro passato. Improvvisamente tutti questi anni di ricerche, sbagli ed errori, erano una grande fortuna.

Dopo ogni tentativo mi ero sempre sentito, ogni volta, al punto di partenza, e invece stavo salendo le scale, senza mai guardare giù. Senza accorgermene avevo fatto tanta strada. Era venuto il momento di metterla in pratica.

Finalmente avevo un piano.

Da dove sono partito?? Te lo racconto, nella prossima puntata.

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