Perchè Steven Spielberg dovrebbe chiamarti? – Il futuro del videomaking

“Ciao, sono Steven Spielberg. Sto per girare un nuovo film, si chiama Minority Report. Ho bisogno di te”.
Se vuoi essere tu a ricevere questa chiamata la prossima volta, ecco qui come fare.

No, non devi per forza essere un attore.

Basta aver co-fondato Wired, aver scritto il libro che ha preparato gli attori di Matrix ed essere uno dei maggiori esperti al mondo di Futuro. Insomma, essere Kevin Kelly.

Io amo quest’uomo.

A suo parere tra le 12 forze che saranno protagoniste del nostro futuro c’è l’arte del saper “rimescolare”.

In questo articolo parlo di come quest’arte si applichi al mondo dei video.
Di come George Lucas abbia anticipato il futuro del videomaking in Star Wars.
Di come fare video e scrivere siano ormai sinonimi.

E perchè saltare su questo treno può valere un sacco di soldi.

L’asimmetria dei media

Da sempre, c’è stata una grande, sicura asimmetria nel campo media: è più semplice leggere un libro che scriverlo, più semplice ascoltare una canzone che comporla. Oggi, comporre un video è semplice quasi come scrivere.

Vediamo perché.

Snapchat. Ho capito bene?

Dire che oggi i video sono il principale strumento comunicativo non sorprende.

Anche solo limitandoci a Youtube, ogni minuto vengono caricati 400 ore di video. Ogni giorno, vengono visualizzati 1 miliardo di ore di video.
Per non parlare di Facebook, Instagram, Vines e tutto il mondo On-Demand composto da Netflix, Amazon, Apple, etc.

Ci avevano visto lungo Evan Spiegel e Bobby Murphy (co-founders di Snapchat) quando fondarono Snap Inc. nel 2011.

Anche solo 6 anni fa la situazione non era così florida, creare video era ancora difficile (per darti un esempio, il top del mercato smartphone era l’iphone 4 che registrava a 720p..oggi ridicoli). Per non parlare della post-produzione.

Me li immagino proporre la loro idea in giro, quando per fare un video ci mettevi ore di lavoro e loro arrivavano lì con l’idea “facciamo che si cancellano dopo 24 ore?”.

Dall’offerta pubblica le cose non sono andate benissimo, Instagram con il suo Stories li ha raggiunti in pochi mesi, ma usando la loro stessa idea.

Utenti Instagram vs utenti Snapchat - by Business Insider

Ad Agosto 2017, Instagram dichiara 250M utenti contro i 166M di Snapchat.

Quindi, almeno l’idea, era molto molto valida.

Cosa avevano capito a Snapchat che noi umani ignoravamo?

Che non solo sarebbe cambiato il modo di fare video, ma il modo di concepirli: sarebbe diventato così semplice produrli che avrebbero sostituito parte della comunicazione, non solo avrebbero sostituito il contenuto del messaggio ma sarebbero diventati il messaggio stesso. Il video avrebbe cessato di essere uno strumento ma sarebbe stato contenuto e contenitore.

In pratica, una nuova lingua, un nuovo modo di comunicare.

Negli ultimi 5 anni Youtube, Vimeo, Vines, Snapchat, Instagram e poi Facebook hanno cambiato il modo in cui interagiamo con essi e il successo di questi Brand è stato tale che sembra impossibile aggiungere altro in questo mercato di fortissima competizione.

Davvero?

Si, ci sono le innovazioni tecnologiche insite nel video come realtà virtuale, realtà aumentata, 3D o 360. La qualità di registrazione in 4k. Insomma, una serie di pippe per fare sembrare le cose finte più vere.

Ma a parte questo, come immaginiamo il futuro dei video?

Per scoprirlo, facciamo un passo indietro.

Breve storia del futuro

La più grande innovazione dell’informazione dall’epoca medievale ad oggi fu l’introduzione della stampa da parte di Gutenberg nel 1448.
Possiamo quindi dire che il processo evolutivo si esaurì in quel fulgido e significativo momento di gloria?

No.

il futuro del videomaking - francesco tassi

La letteratura ha avuto bisogno di una serie di strumenti pratici ed innovazioni semantiche che hanno permesso a scrittori e lettori di manipolare e riutilizzare i testi per renderli (o ri-renderli) utili.

Ad esempio le doppie virgolette” “, che hanno reso possibile l’utilizzo del concetto di citazione.
Non abbiamo citazioni nei video, o meglio, non abbiamo un modo universalmente condiviso per esprimerle. Ma ne abbiamo bisogno.

Quando un testo è lungo, ha bisogno di una tabella dei contenuti per tornare alla pagina corretta. Qualcuno le ha inventate nel 13esimo secolo. Qual’è l’equivalente dei video?

Non si parla di un indice (quello che potremmo banalmente vedere nell’intro di un comune DVD), ma di un rapporto che ci dice qualcosa del tipo:
“La tabella 1, contenente la lista dei grilli più rumorosi del Madagascar, è a pagina 12”.
Che è come dire “Vai esattamente al punto in cui Bruce Willis fa la cacca mentre guida un elicottero bendato”.

Insomma le robe che fa Bruce Willis nel suo free time.

Non abbiamo nulla di simile, per i video.

Nel 12esimo secolo sono state inventate le note a piè di pagina,  che permettono di mostrare informazioni tangenziali rispetto allo svolgimento lineare del testo. Ad esempio un approfondimento. Abbiamo qualcosa di simile per i video? No.

Vogliamo parlare di quanto sarebbe utile una bibliografia nei video? Supponiamo che sia mostrato un piccolo estratto di un documentario, poter vedere il contenuto originale o una scena più ampia aprirebbe completamente nuovi scenari.

L’arte del rimescolare

Questa capacità di modificare, editare e rielaborare i contenuti sono più di tutti i fondamenti della letteratura.

Mai sentito parlare della Iron Editor Challenge?

Un evento mondiale dove centinaia di migliaia di appassionati di manga spezzettano i cartoni giapponesi in pezzi piccolissimi e li remixano cambiando sequenze e audio ottenendo un nuovo completo storytelling. Insomma, una nuova storia, un nuovo cartone animato.

Durante L’Iron Editor lo fanno LIVE, in competizione con altri editor per dimostrare la loro superiorità narrativa.

Tipicamente un film ha scene pianificate, viene girato e poi assemblato. George Lucas, creatore di Star Wars e co-founder di Pixar, utilizzò nella famosa pellicola una tecnica basata sull’aggiunta di elementi nella stessa scena come se fossero strati di vernice. Una scena veniva girata nella sua versione base, poi “strati di informazione” venivano aggiunti, creando il prodotto finale.

Insomma, per la prima volta interpretò un film come il paragrafo di un libro, che può essere costantemente modificato.

Dove arriveremo?

Supponiamo di stare facendo una ricerca sulle migrazioni degli elefanti. Perché non dovrebbe essere possibile poter richiamare esattamente le scene che le rappresentano prese da altri video sul tema, editandole online?

Un montaggio online, come se operassi all’interno di un grande motore di ricerca delle singole scene.

Se stessi facendo una ricerca sui costumi orientali, perchè non dovrei poter accedere con un click a tutte le scene in cui un costume di questo tipo compare in un film? Ovviamente, ogni scena mi linkerebbe ad un buon sito per comprarlo.

Come sostiene Kevin Kelly, “il Sacro Graal della visibilità (“visuability”) è la trovabilità (“findability”) –  la possibilità di cercare all’interno della libreria di tutti i film così come Google cerca nel web, ed estrarre ogni scena dal suo interno”.

Le ricerche accademiche hanno portato sino ad ora ad alcuni risultati interessanti per riassunti video, ma niente che funzioni per un intero film.

Alcuni siti molto popolari (come ad esempio quelli a tema pornografico) hanno trovato modi efficaci di dare un’anteprima di un intero film in pochi secondi, ma è uno scan parziale. Non tutto è indicizzato.

Lo scan delle foto sta producendo ottimi risultati. Google Foto è in grado di dirti tutte le foto in cui compaiono determinati oggetti: cani, gatti, bici, auto, spiagge. Se non l’hai mai provato, facci un giro. è spaventosamente accurato (e gratis- per ora).

I risultati della mia libreria Google Foto cercando “bicicletta”. Tutti i tag sono stati inseriti in modo automatico da Google. Grazie amico mio

I video non sono altro che immagini in sequenza, quindi in teoria ciò che può essere fatto per le foto può essere fatto per i video. Ma ci sono ancora “problemi tecnici”.

Fei-Fei Li, direttrice dello Stanford Artificial Intelligence Laboratory, considera “i pixel data nelle immagini e video come la materia oscura dell’internet. Noi stiamo solo adesso iniziando ad illuminarla”.

Man mano che i video diventano più semplici da creare, editare ed essere combinati in narrative complesse, diventa quindi più semplice per la massa di utilizzatori manipolarli, aumentando quella asimmetria dei media di cui ho parlato ad inizio articolo.

Per concludere

I video sono oggi quello che la comunicazione orale era prima di Gutenberg.

Diventa quindi chiaro che l’evoluzione del video non sta tanto nella sua natura tecnica, ma nella misura in cui la tecnologia, ormai molto vicina,  ci permetta di rimescolarne i contenuti.

Se lavori con i video o semplicemente ti interessa l’argomento, questo è a mio avviso uno dei temi più caldi (e remunerativi) dei prossimi 5 anni.

Un salto su questo treno lo farei.

By | 2017-09-04T22:43:31+00:00 Set, 2017|Categories: Books Reviews, Business, Startups, Tech|Tags: , , |0 Comments

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